CATANIA
Nessuno si è preoccupato di avvertirli. Così, gli operatori del call center di Paternò stamane hanno trovato i cancelli chiusi. Immediata la convocazione sul posto dei carabinieri per la verifica del caso
Si sono presentati al lavoro ma hanno trovato i cancelli chiusi. È il caso di 60 operatori del call center di Paternò che questa mattina si sono presentati per il turno di lavoro ma sono rimasti fuori. Nessuna comunicazione da parte dell’azienda. Da tempo in stato di agitazione per le centinaia di posti di lavoro a rischio, il call center gestisce l’inbound di Enel e di Inps e le committenti outbound Wind e Sky.
«Una situazione tragicomica – commenta Antonio D’Amico, segretario regionale di Fistel-Cisl – Dopo 25 giorni di sciopero i lavoratori si sono regolarmente presentati al lavoro. L’azienda è fortemente indebitata e non escludiamo che possa esserci stata una rottura con il proprietario del capannone per una questione di morosità. Constatata la serrata dell’azienda, insieme ai colleghi della Cgil, abbiamo chiamato i carabinieri che hanno fatto una verifica e preso atto della situazione. Un passaggio necessario prima di avvertire gli ispettori del Dipartimento territoriale del lavoro».
Oggi gli operatori del call center hanno sperimentato l’esperienza di disoccupati a loro insaputa. Da 4 mesi senza stipendio, attendono con ansia notizie da Roma per la convocazione di un tavolo tecnico al Ministero dello sviluppo economico che potrebbe segnare il loro destino.
«Aspettiamo la convocazione del Mise – spiega il sindacalista – Ci sono alcuni partners pronti a rilevare l’azienda. Nel frattempo attendiamo qualche comunicazione da parte della proprietà (che difficilmente arriverà – sottolinea). L’azienda non è fallita e tanto meno ha licenziato i lavoratori. Però non sappiamo se hanno pagato l’affitto».